di Maria Pia Ferraris e Pierluigi Ledda
Con la presentazione ufficiale, che ha avuto luogo ieri, dell’opera Medea di Cherubini, si è iniziata l’attività della nostra Casa nel campo della produzione discografica. È il 3 ottobre 1958 e questo è il messaggio inviato dall’Ufficio Commerciale a tutti i responsabili di negozi e succursali Ricordi.
Solo un anno prima, il 4 marzo 1957, la stessa Casa musicale rispondeva a un’offerta della Perez Trading Company di New York dicendosi non interessata all’acquisto di carta per etichette di dischi in quanto la nostra Società non è produttrice di dischi fonografici.
Cosa era successo in questo breve arco di tempo? Dalla fonte inesauribile dei copialettere aziendali, ossia la copia anastatica della corrispondenza in uscita da Casa Ricordi a partire dal 1888 e conservata nell’Archivio Storico, è possibile ricostruire passo dopo passo l’avventura che ha portato alla nascita della Dischi Ricordi.
L’occasione scaturisce dalle Celebrazioni dei 150 anni dalla Fondazione, si pensa a un concorso per un’opera prima e alla realizzazione di un disco, che verrà registrato con l’apporto dell’orchestra e del coro del Teatro alla Scala nello stesso teatro, si pensa alla Medea di Cherubini e a Maria Callas come protagonista.
Il nome del soprano appare subito, quello del direttore d’orchestra, Tullio Serafin, poco dopo, le date di prove e incisione sono stabilite in base ai loro impegni e alla disponibilità scaligera, a questi due punti di forza vanno ad aggiungersi passo dopo passo tutti gli altri elementi a cominciare dalla scelta degli interpreti e alla società che realizzerà la registrazione, la Mercury, e in particolare a Wilma Cozart, Music Director, i cui dischi sono apprezzati per l’eccellente riproduzione sonora.
A tessere la trama di accordi e contratti, a risolvere sostituzioni e imprevisti sono fondamentalmente tre persone: Guido Valcarenghi ed Eugenio Clausetti, gerenti di Casa Ricordi, e un giovane, diretto discendente del celebre Giulio Ricordi: Carlo Emanuele Ricordi, conosciuto come “Nanni”. Eccone la breve presentazione fatta dallo stesso Valcarenghi in una lettera al soprintendente scaligero Antonio Ghiringhelli: è ritornato ultimamente da New York dopo aver lavorato un paio di anni nella nostra Società nord-americana e aver fatto pratica di incisioni alla Victor. Ricordi parla benissimo l’inglese (e varie altre lingue) ed è diplomato in pianoforte. Egli è competente nel lavoro che gli ho affidato.
A dare loro un valido supporto dal punto di vista strettamente musicale, nella scelta dei cantanti, nella loro preparazione e nella direzione è il Maestro Tullio Serafin, che conserva quel giovanile entusiasmo che è proprio dei puri e dei veri artisti, come gli scrive lo stesso Valcarenghi in una lettera dell’aprile 1957.
L’avventura ha inizio. Prima di tutto bisogna convincere la Callas, risolvere quindi l’esclusiva che il soprano ha con l’etichetta discografica EMI, poi decidere gli altri interpreti. I primi nomi che le vengono affiancati sono quelli di Fedora Barbieri, che rinuncia per dover far riposare la voce dopo una lunga stagione, e Teresa Berganza; fra gli uomini si fa il nome dei bassi Cesare Siepi e di George London, ma alla fine Giuseppe Modesti sarà perfetto per il ruolo di Creonte che lo ha già visto interprete nel 1953 con la stessa Callas. I nomi del tenore Mirto Picchi per il ruolo di Giasone, quello della giovane Renata Scotto nel ruolo di Glauce e di Lydia Marimpietri come seconda ancella, appaiono nella proposta di cast che Valcarenghi invia a Serafin il 30 luglio.
Ad agosto vengono spediti i pre-contratti con clausole e compensi: tutti più o meno simili, si distinguono per percentuali e rimborsi. La Scotto ad esempio abita già a Milano e non necessita quindi di trasferimenti in treno, né di hotel. La percentuale spettante agli artisti sul prezzo al pubblico dei dischi venduti è calcolata a incisione avvenuta proporzionalmente all’effettiva durata dell’incisione stessa delle rispettive parti di ogni artista. Si va dall’1% di Serafin, al 5% del Teatro alla Scala, al 10% della Scotto, Picchi, Galassi, Marimpietri, Pirazzini, e così via. Inoltre nessuno potrà incidere per altre case discografiche l’opera Medea o parti di essa per 5 anni a partire dalla data di distribuzione.
Un discorso a parte, con relativa trattativa intercorsa con il Commendator Meneghini Callas, consorte di Maria, riguarda appunto la protagonista, il cui contratto definitivo riporta la data del 7 ottobre e prevede un anticipo di nove milioni di lire (Serafin ne riceverà tre) più il 10% e 450.000 lire di rimborso spese e fra le clausole prima della pubblicazione l’invio degli acetati per sua approvazione.
Le prove in teatro incominciano la sera del 31 agosto e proseguono fino al 3 settembre, l’incisione inizierà il 14. Qualche giorno prima, precisamente il 10 settembre, Serafin è al Teantro San Carlo di Napoli dove lo raggiunge una concitata richiesta di aiuto da parte di Clausetti e Valcarenghi, è nato un imprevisto: la Callas non può assolutamente accettare i tagli apportati alla Sua parte nella Medea, né il taglio del temporale all’ultimo atto.
Assicura che su questI punti non è disposta a transigere: ella intende presentare l’opera in America, e desidera che, per quel che la riguarda, la sua parte nel disco corrisponda esattamente a quella che eseguirà sulla scena; non ha nulla in contrario a che altre parti vengano tagliate. La Signora Callas ha dichiarato che questa incisione le costa un gran sacrificio, perché avrebbe assoluto bisogno di riposo.
Il pericolo è che una qualsiasi discussione con lei potrebbe mandare all’aria tutto, è necessario un intervento diretto del Maestro, si appellano alla Sua comprensione e alla sua conoscenza degli uomini e degli artisti per evitare questo grosso rischio, e perché voglia studiare una soluzione che, pur mantenendo la durata dell’opera nella misura prevista, rispetti i desideri della Signora Callas.
Il colloquio andò sicuramente a buon fine, visto che il 12 settembre si chiede sempre a Serafin di comunicare l’orario dell’incisione per avvisare Scala e coro. Nel frattempo Carlo Emanuele Ricordi segue in prima persona i contatti con Wilma Cozart per il suo arrivo a Milano insieme al sofisticato recording truck della Mercury.
Dopo l’audizione avvenuta prima del 20 settembre e di cui tutti hanno riportato un’impressione grandiosa e profonda, e a cui Serafin non assistette perché in partenza per gli Stati Uniti, e dopo la registrazione scaligera, Nanni Ricordi comincia ad occuparsi della post-produzione, un momento altrettanto delicato, che porterà alla realizzazione vera e propria del disco e del suo cofanetto. In tal senso tutto ciò che si prepara a Milano è sotto la sua direzione: è lui che convince Maria a indossare la parrucca e il costume della Medeascaligera per realizzare la foto che andrà in copertina, opera di un fotografo della Gürtler. Gli scatti sono tutti buoni, ma uno solo riceve il benestare della Callas e viene inviato alla Scala per l’approvazione.
Nanni Ricordi segue al contempo la produzione americana, fornisce informazioni sulla storia della Medea di Cherubini, invia i nastri della registrazione e resta per giorni in attesa di un cenno di ricevimento che stenta a venire, cui si aggiunge il timore che non venga restituita la foto destinata alla copertina: è una sola, non ci sono copie, il fotografo si è rifiutato di farle perché non avrebbero avuto la stessa resa di colore dell’originale!
È necessario avere tutti gli assensi anche per le altre foto e per l’impaginato non solo da parte degli artisti, Callas in testa, ma anche del Teatro. Il 26 settembre Franco Crepax, che poi sarà Vice Direttore Dischi a fianco di Nanni, invia alla Scotto e quindi a Callas, Picchi e alla Pirazzini, alcune fotografie eseguite durante le incisioni di Medea, nel frattempo Nanni Ricordi insiste con la Callas per avere anche alcune sue immagini in abito di scena durante l’esecuzione scaligera di Medea nel ’53, da inserire sempre nella pubblicazione che accompagna il disco.
Il 20 novembre in una lunga lettera Nanni Ricordi riprende punto per punto con Wilma Cozart di Mercury la preparazione di disco e fascicolo: dai crediti alla traduzione inglese, dai diritti (mechanical royalty) alla storia di Medea nei secoli.
Il 20 settembre 1958 Guido Valcarenghi invita personalmente Tullio Serafin al cocktail del 2 ottobre, sottolineando l’importanza che ha per noi la presentazione del primo disco prodotto dalla nostra Società.
Il primo catalogo della Dischi Ricordi che sarà inviato a negozi e succursali Ricordi comprenderà, oltre al lirico, anche un repertorio classico che sarà integrato da dischi tratti da matrici della Westminster; verranno incluse anche serie di musica leggera, jazz e da film, nonché una collana letteraria.
Il successo che riscuote il disco di Medea prosegue, tanto che il 31 agosto 1959 si decide di pubblicarne una selezione di brani, a tale scopo Nanni Ricordi, nominato nel frattempo Direttore Ufficio Produzione Dischi G.Ricordi & C. s.p.a., scrive alla R.C.A. a Roma chiedendo che gli vengano inviati i nastri corrispondenti alle 6 facciate dei dischi di tale opera, che vi avevamo spedito in data 16 giugno 1958.
Quello che doveva essere un unicum, un omaggio straordinario ai 150 anni della Casa musicale si rivela invece un vero e proprio trampolino di lancio di una nuova attività. Fino al 1957 Ricordi aveva limitato la sua presenza in campo discografico alla rappresentanza di altri marchi, solo nel 1954 si accenna in una lettera del 10 febbraio all’idea di produrre dei dischi, argomento trattato guarda caso proprio con Mr Green della Mercury Records, seguito poi dall’invio del giovane Nanni Ricordi a fare esperienza in territorio americano. Sarà poi proprio quest’ultimo ad insistere a che la dirigenza Ricordi si lanci nella nuova avventura discografica non si poteva uscire con un titolo, e poi più niente, se volevano essere una casa discografica bisognava dare un contorno e una continuità.
Il 24 dicembre 1957 viene depositato in Italia il marchio Dischi Ricordi e l’attestato viene rilasciato il 3 novembre 1958.
Accanto alla produzione di altri titoli operistici, come Il barbiere di Siviglia o La serva padrona, presentate come registrazioni di carattere più culturale che commerciale, inizia la ricerca di nuovi talenti soprattutto di giovani che facciano qualcosa di nuovo e che siano dotati di eccezionale musicalità. A Nanni Ricordi e al suo particolare “fiuto”, ereditato dal celebre bisnonno Giulio, la musica italiana deve così la nascita di quella schiera di cantautori famosi in tutto il mondo che va da Giorgio Gaber a Gino Paoli, da Lucio Battisti a Fabrizio de Andrè, solo per citarne alcuni. Ma questa è una storia “post-Medea”.